Come essere davvero liberi di scegliere e prendere decisioni migliori

di Max De Vergori - Newsletter "Discorsi Settimanali" del 16 novembre 2020

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Nella puntata di oggi della serie "Discorsi Settimanali" parliamo di consapevolezza della libertà di scelta e di come poter usare questo potere per migliorare i nostri modelli decisionali (e quindi i nostri risultati) visto che, volenti o nolenti, siamo il risultato delle scelte che operiamo giorno dopo giorno, siano esse consapevoli o meno.


La libertà di scelta: verità o percezione?


La stragrande maggioranza degli esseri umani ritiene di poter operare liberamente le proprie scelte.


Nel mercato della motivazione attuale, guru e para-guru ci dicono che tutto dipende da noi e da ciò che scegliamo di essere.


Da costoro veniamo dipinti quasi come degli dèi in grado di modificare facilmente ogni aspetto della nostra esistenza a nostro piacimento con una semplice decisione.


Non che queste argomentazioni siano sbagliate, anzi, tuttavia, questa apparente libertà di scelta non è sempre o necessariamente libera.


Tutti, dagli enti governativi ai santoni della crescita personale, ci dicono che siamo liberi di scegliere, ma vien da chiedersi:

questa libertà di scelta di cui parlano tutti, è reale o solo percepita?


Scelte consapevoli e scelte forzate


Per rispondere alla domanda della sezione precedente, possiamo dire che la nostra presunta libertà di scelta non è né reale né percepita o lo è entrambe.


Perché? Perché tutte le nostre decisioni sono (troppo) spesso influenzate da fattori che esulano dalla nostra capacità di controllo.


Facciamo un esempio: il sovrappeso e l'obesità.


Quanti di noi sanno che il sovrappeso e l'obesità sono un problema? Praticamente tutti.


Ma allora, se abbiamo davvero tutta questa libertà di scelta, perché non siamo tutti in forma e snelli?


D'altronde, anche il nostro peso è frutto di una scelta. Infatti, ogni giorno noi scegliamo:


  • • cosa mangiare e cosa no;
  • • quali alimenti acquistare e quali no;
  • • se allenarci o meno.


Dunque, tutti sappiamo che il sovrappeso e l'obesità sono problemi gravi, eppure la stragrande maggioranza delle gente è fuori forma.


Qualcosa non quadra... non credi?


Perché non abbiamo operato la scelta di essere sani e in forma? Eppure, ci dicono che è facile e che abbiamo tutta la libertà di questo mondo... Quindi?


Il discorso è che le nostre scelte (da quelle alimentari a quelle relative ai film che vogliamo guardare su Netflix) sono influenzate da fattori di cui, nella stragrande maggioranza dei casi, non siamo minimamente consapevoli, ergo, crediamo di operare delle scelte arbitrarie quando invece non è così.


Purtroppo, coloro che guidano le nostre scelte, spesso non hanno granché a cuore la nostra salute ed ecco perché il mondo va a rotoli. Dalle grandi multinazionali ai nostri governanti, tutti tentano di guidare le nostre scelte verso i loro interessi.


Se la stragrande maggioranza di noi è in sovrappeso o soffre di obesità, non è perché abbiamo scelto consapevolmente di essere così ma perché ci hanno guidato (leggi forzato) verso scelte alimentari deleterie per noi.


Il problema è che, vuoi o non vuoi, siamo sempre il risultato delle scelte che facciamo, siano esse consapevoli o forzate.


Le nostre previsioni sono (spesso) errate


Generalmente, quando prendiamo delle decisioni, raramente consideriamo le conseguenze a lungo termine delle nostre scelte.


Questo fattore, già di per sé risulta essere di grande impatto sui nostri risultati. Infatti, le nostre decisioni si rivelano inesatte proprio per questa nostra mancanza di lungimiranza.


Tuttavia, vi è un altro grande fattore che determina delle conseguenze negative nelle nostre scelte: la mancanza di informazioni.


Larry Page, ex amministratore di Google, ha dichiarato: "Ho imparato che l'intuito non è di grande aiuto sugli argomenti che non conosci" a voler rimarcare il fatto che si può avere un gran cervello ed un'intuizione al pari di Einstein ma, se non si conoscono le informazioni giuste, un QI di 160 non ti servirà a nulla.


Ecco perché spesso, anche se siamo lungimiranti nelle nostre decisioni, le nostre previsioni sono errate: ci mancano le giuste informazioni per poter elaborare degli scenari corretti in merito alle conseguenze delle nostre decisioni.


Lo status quo bias


Come se il fare previsioni spesso errate non bastasse, a peggiorare le cose vi è un'altra nostra caratteristica squisitamente umana: la "distorsione verso lo status quo" (o status quo bias).


Questa nostra peculiarità si riferisce al fatto che, per tutta una serie di ragioni, tendiamo naturalmente all'inerzia nei nostri processi decisionali.


Questo particolare stato si verifica quando, nonostante la nostra capacità di scelta, tendiamo a selezionare le opzioni predefinite di una certa cosa.


Un esempio è Netflix: ci sono migliaia e migliaia di film e càpita sovente di passare letteralmente le ore a scegliere quale vedere ma poi, inevitabilmente, la nostra scelta ricade sulle opzioni di default che Netflix stesso ci offre (ad esempio gli elementi più visti) oppure più spesso, film che abbiamo visto e rivisto e che continuiamo a scegliere perché, nella nostra mente, sono le opzioni predefinite.


Quello di Netflix è un esempio del fenomeno chiamato paralisi da scelta.

Quando abbiamo tante, troppe, opzioni tra cui scegliere, ci paralizziamo e non effettuiamo nessuna scelta, oppure, come capita spesso, scegliamo ciò che già conosciamo, ovvero le nostre opzioni predefinite citate in precedenza.


Arrivati a questo punto sappiamo che:


  • • La nostra libertà di decidere è spesso apparente perché guidata dai grandi player (multinazionali, enti governativi, ecc.)
  • • Le nostre previsioni su determinate scelte sono spesso errate poiché ci mancano le informazioni giuste a riguardo.
  • • L'inerzia e la paralisi da scelta ci portano a selezionare le nostre opzioni di default (che ci vengono date o dai grandi player o dal nostro cervello che preferisce scegliere ciò che conosce per evitare di commettere un errore o di impiegare tempo di elaborazione ed energia per conoscere qualcosa di nuovo).


Che possiamo fare?


Come non cedere all'inerzia e alla paralisi da scelta: mettere in discussione tutto


Per tutto intendo proprio tutto, anche le nostre credenze.


L'unico modo per essere veramente liberi nelle nostre scelte è mettere in discussione il perché di una nostra scelta.


Infatti, non possiamo sapere, se non con una ponderata auto-analisi comportamentale, se stiamo prendendo una scelta consapevole o meno.

Questo vale per qualsiasi cosa.


Facciamo (sempre) un esempio alimentare:


se andiamo al supermercato e vogliamo acquistare un pacco di cereali, ci ritroveremo con decine e decine di tipi di cereali diversi, gusti diversi e marche diverse. Alla fine sceglieremo il nostro pacco di cereali ma quella scelta non sarà determinata da fattori consci ma perlopiù inconsci, come:


  • • La posizione di quella particolare marca nello scaffale (generalmente le marche più costose/conosciute vengono messe ad altezza degli occhi per agevolare l'acquisto).
  • • Il fatto che abbiamo visto quella particolare marca in televisione o sui social più e più volte (il marketing basa il suo lavoro sul fatto di far vedere all'utente costantemente il brand del prodotto al fine di fargli acquisire familiarità e promuovere l'acquisto).
  • • Oppure li abbiamo assaggiati una volta e conosciamo già il loro sapore e non vogliamo rischiare di comprare dei cereali che magari non ci piacciono (pur essendoci decine di opzioni e configurazioni disponibili, ergo, ci sono sicuramente altri cereali che ci piacciono).


Insomma, dobbiamo riappropriarci della nostra libertà di scelta e per poter operare delle scelte consapevoli occorre 1) mettere in discussione tutto e 2) modificare i nostri modelli decisionali.


Migliorare i processi decisionali: il modello Dalio


Per migliorare i nostri modelli decisionali voglio citarti Ray Dalio, considerato uno dei più grandi investitori ed imprenditori attualmente esistenti.


Cito spesso Ray Dalio perché è uno dei pilastri del progetto sui Modelli di Successo.


Dalio ha dedicato tutta la sua vita a migliorare i suoi processi decisionali e questa sua grande ricerca gli ha consentito di raggiungere il successo.


Ecco cosa Dalio ha raggiunto nel suo percorso di vita:


  • • ha fondato un’azienda in un trilocale e l’ha trasformata nella quinta impresa privata più importante degli Stati Uniti (secondo Fortune);
  • • è diventato una delle cento persone più ricche al mondo (secondo Forbes);
  • •  è considerato una delle cento persone più influenti (secondo Time).


Il successo di Dalio è dovuto, come afferma lui stesso, ad uno sviluppo ed uso di princìpi che hanno migliorato drasticamente i suoi sistemi decisionali e quindi la sua capacità di prendere le decisioni giuste in ogni aspetto della vita.


Anche noi possiamo migliorare i nostri processi decisionali. Come? Basando le nostre decisioni su dei principi che si rivelano lungimiranti ed esatti.


Dalio dice: "I princìpi sono verità fondamentali che orientano i comportamenti volti a ottenere ciò che desiderate dalla vita. Si possono applicare ripetutamente in situazioni analoghe e possono aiutarvi a raggiungere i vostri obiettivi."


Il primo principio che dobbiamo seguire per iniziare a prendere decisioni migliori, specie in relazioni ai nostri obiettivi, è il seguente:

"pensare con la nostra testa"


Dalio afferma: «Pensate con la vostra testa per decidere 1) che cosa volete, 2) che cosa è vero e 3) che cosa dovete fare per ottenere il #1 sulla base del #2 e fatelo con umiltà e tenendo la mente aperta, in modo da poter selezionare le idee migliori tra quelle disponibili.»


Per poter prendere decisioni migliori, quindi, dobbiamo sviluppare la capacità di sbagliare bene.


Infatti, che lo si creda o meno, l’errore fa parte del processo che ti consentirà di prendere decisioni più sagge, raggiungere più velocemente i tuoi obiettivi e, diventare così, un individuo migliore.


Le conseguenze, spesso dolorose, dei nostri errori, sono la nostra più grande fonte di apprendimento e, per poter prendere decisioni migliori, dobbiamo:


  1. 1. avere consapevolezza del fatto che possiamo sbagliarci (anche dolorosamente);
  2. 2. chiederci il perché l’opinione di altre persone intelligenti potrebbe essere diversa da ciò che crediamo noi;


In merito a questo procedimento decisionale, Ray Dalio afferma:


«Le conseguenze dolorose dei miei errori mi hanno spinto a passare dalla prospettiva del “So di avere ragione” a quella del “Come faccio a sapere che ho ragione?” La consapevolezza di poter commettere sbagli dolorosi, unita alla curiosità sul perché altre persone intelligenti vedessero le cose in modo diverso, mi ha spinto a esaminare le situazioni anche attraverso gli occhi altrui, oltre che con i miei. […] Imparare a soppesare gli input altrui per selezionare i migliori – in altri termini, imparare a ponderare per la validità di opinione le mie decisioni – ha aumentato le probabilità di avere ragione, e questo è stato entusiasmante


Sulla base di quanto afferma Dalio, per poter migliorare drasticamente i nostri modelli decisionali dobbiamo trovare conferme alle nostre scelte, possibilmente confrontandoci con persone intelligenti e che, magari, hanno già esperienza in merito alla decisione che vogliamo prendere.


Questo è un processo che richiede un certo sforzo mentale ma, così facendo, i nostri risultati possono migliorare drasticamente ed in tempi brevi.


L'alternativa è lasciarci guidare dalla nostra inerzia, dalle opzioni di default e dalle multinazionali ma così potremmo perdere preziose opportunità di successo nella vita e in tutti gli altri settori dell'esistenza.


Quindi ecco il consiglio finale di questo articolo:


in ogni decisione che ti ritroverai a dover prendere 1) pensa con la tua testa 2) chiediti il perché propendi per una certa direzione 3) confrontati con persone intelligenti che possono farti una visione differente della questione.


Ciao e alla prossima,

Max

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